REBUS – il cui titolo reale (di otto lettere) va smascherato decifrando il disegno in copertina – è un cavallo di Troia dentro le mura virtuali della più grande multinazionale esistente: un testo contro Amazon che potete acquistare su Amazon.
Siamo ai limiti della schizofrenia – questo è fuori discussione – ma esiste un’alternativa per combattere simili colossi? È vero che in un tempo immemore Davide è riuscito a sconfiggere Golia, ma qui la sproporzione è tale che la sua frombola non riuscirebbe ad attingere nemmeno al malleolo del gigante. Meglio quindi retrocedere nel percorso evolutivo a livello di un micete e aggredire l’unghia dell’alluce: unica parte del corpo alla nostra portata. Occorre farlo con feroce determinazione, sapendo che molti di noi periranno nelle trincee invase dagli antimicotici; ma se resisteremo fino a produrre il distacco dal letto ungueale: ecco che le avanguardie penetreranno sotto l’eponichio, violeranno un capillare privo di dispositivo antintrusione e da lì, cavalcando la cresta delle onde sfigmiche, potranno aggredire altre parti del corpo e soggiogare l’intero organismo con una istoplasmosi progressiva diffusa.
Questo testo – una sorta di tromba che suona la carica – è la testimonianza reale di Goffredo Tagli, un sessantenne che per dieci anni è stato arruolato come picker: un fante tra i tanti, che rimpolpano le fila di quel battaglione di disperati che ricevono i nostri ordini da casa, e si scapicollano, costantemente sull’orlo del licenziamento, affinché siamo serviti e riveriti nel minor tempo possibile.
A lui, noi tutti, dobbiamo almeno l’onore delle armi – ricordando che arm in inglese vuol dire braccio; quanto meno tendere una mano, visto che mancipio – elegante sinonimo di schiavo – ha questo gesto inscritto nel suo etimo.
leggi alcuni stralci: